Perché Dungeons and Dragons è una fonte di empowerment femminile

Di Jim Brown. Pubblicato originariamente il 26 Ottobre 2016 in CBC radio con titolo “Why Dungeons and Dragons is a source of female empowerment”.

Tradotto da Alessia Bolzoni.

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Una maga lancia un incantesimo in questa immagine promozionale per il racconto di Dungeons and Dragons “Adversary” (Wizards of the Coast, dnd.wizards.com)

La nostra cultura offre molti modelli di comportamento significativi per le donne. Qualche volta si tratta di celebrità, come la cantante Beyoncé, o l’attivista pakistana Malala Yousafzai, o per alcune, figure politiche come Hillary Clinton.

Ma per Tina Hassannia, scrittrice e critica cinematografica a Toronto, questi esempi non hanno mai veramente funzionato. Ciò che ha fornito ad Hassannia un modello stimolante ed ispirante, è stato creare Magaga Moonshadow, una mezzelfa ladra/furfante nel mondo di Dungeons and Dragons.

Dungeons and Dragons è un gioco di ruolo fantasy di gruppo, giocato per lo più con l’immaginazione, usando personaggi creati per chi gioca.

Dopo che Tina ha scritto questo pezzo, Jim Brown di The 180 (il programma radiofonico della CBC, ndt) ha parlato con lei della connessione tra le celebrità della cultura pop, icone di empowerment, e i personaggi immaginari di Dungeons and Dragons.

Questa intervista è stata revisionata per chiarezza e durata.

Ci sono alcuni stereotipi associati a Dungeons and Dragons. Nerd e ragazzi e seminterrati. E questi stereotipi descrivono l’opposto di un gioco che rappresenta una fonte di empowerment femminista.

Giusto, comunque penso che la cultura nerd sia diventata più in voga, tante donne iniziano a mostrare il loro supporto e il fatto di essere esperte in molti ambiti, che sia Star Trek o giocare a Dungeons and Dragons, qualunque sia l’argomento per cui vanno matte. Loro esistono, ma non sembrano dominare la pubblica percezione della cultura nerd nello stesso modo in cui gli uomini dominano. O in cui i ragazzi lo fanno.

Quando giochi a Dungeons and Dragons, chi sei?

Il suo nome, o dovrei dire il mio nome, è Magaga Moonshadow. Ho usato un generatore di nomi D&D per saltar fuori con questa perla. I miei amici mi chiamano Lady Magaga, ovviamente. Sono una mezzelfa ladra/furfante, e cerco di essere una sorta di artista del raggiro nel gioco. È una cosa molto comune nelle persone che giocano di ruolo: provano a creare un personaggio composito basato su cose e persone che hanno visto nella cultura pop. Quindi, ho pensato ad artiste del raggiro e onestamente non ne ho trovate così tante, pertanto la sola persona sulla quale ho realmente basato il mio personaggio è Jean (Harrington, ndt) da Lady Eva, un vecchio film di Hollywood, interpretata da Barbara Stanwyck. Quindi un po’ di quel fascino è nel mio personaggio.

Quindi in confronto alle icone di potere femminile che le persone propongono, che cosa hai ottenuto creando questo personaggio che le celebrità iconiche non ti hanno dato?

Penso che la cosa interessante qui sia che stiamo entrando in una nuova era di femminismo, e abbiamo così tante modelli di comportamento cui le donne possono fare riferimento. Ci sono così tante donne là fuori dalle quali prendere esempio, ma molte di loro sono legate a valori che sono onorevoli.

Credo che l’empowerment femminile sia di più che ispirarsi a una donna che è brava, significa anche distinguersi con il proprio personaggio e sperimentare differenti ruoli, idee, attitudini e comportamenti” – Tina Hassania

Sono intelligenti e nobili d’animo, e le cose che fanno sono semplicemente… giuste. Stanno tentando di fare del buono nel mondo. Quello che sto tentando di fare giocando a D&D e interpretando questa ladra/furfante è essenzialmente sperimentare personaggi femminili che potrebbero non esistere, o se esistessero, sarebbero scarsamente disponibili nella cultura pop. Credo che l’empowerment femminile sia di più che ispirarsi a una donna che è brava, significa anche distinguersi con il proprio personaggio e sperimentare differenti ruoli e idee e attitudini e comportamenti e magari essere cattive per una volta.

E se guardi alla cultura pop in generale, gli uomini tendono ad avere le parti più attive, e hanno più varietà nei ruoli che interpretano. Mentre alle donne sono assegnati ruoli strettamente stereotipati, come la madre o la sgualdrina o la megera. E noi abbiamo iniziato a cambiare questa cosa, ma credo che invece di guardare passivamente un video di Beyoncé, puoi proporre la tua idea e il tuo personaggio ed interpretarlo nei sicuri confini di un seminterrato con alcune altre persone.

Impari qualcosa di te stessa quando giochi nel mondo di Dungeons & Dragons?

Questa è una cosa molto interessante del partecipare ad un gioco di ruolo. Decidendo quale personaggio vorresti giocare, e definendo quel personaggio in ogni sessione cui prendi parte, quando stai decidendo se uccidere qualcuno, o fare quello, o salvare questa famiglia o che altro, stai costruendo il personaggio poco a poco, e penso che possa iniziare a raccontarti qualcosa su te stessa. Ho molta sete di sangue, per esempio, quando siamo in battaglia. All’inizio, devo ammetterlo, ero un po’ disgustata da quanto la cosa mi entusiasmasse. Poi ci ho riflettuto e ho realizzato che tutto quello che desideravo era essere più risoluta nella mia vita reale. E chi avrebbe mai pensato che D&D mi avrebbe mostrato questo, ma l’ha fatto.

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Disegno in copertina di un precedente modulo di Advanced Dungeons and Dragons (Clyde Caldwell, copertina per AD&D modulo 11: Needle by Frank Mentzer, ©Wizards)

Mettiamo il caso: se fossi una persona in cerca del modo per scoprire chi sono davvero, quali sono i miei punti forti, perché dovrei dare una possibilità al gioco di ruolo?

Ti sfida ad essere creativa, ad usare l’immaginazione, e quando stai facendo questo, certe cose iniziano a balzare fuori dal tuo subconscio. Cose di cui non eri consapevole. E quando fai questo gioco, che tu stia salvando una famiglia da un drago o sconfiggendo dei Coboldi, nel prendere parte a queste battaglie e partecipando a questa avventura, davvero inizi a saperne di più di te stessa. O per lo meno, come sarebbe una versione immaginaria di te stessa. E questo può offrire un’occasione di auto-riflessione, e alla fine insegnarti qualcosa su di te. Quando ti troverai a vivere il momento o prendere decisioni su due piedi, qui è dove la tua mente diventa veramente attiva ed inizi semplicemente a buttare fuori idee, e non sai mai cosa salterà fuori.